Tra le parole più ricorrenti e pregnanti durante questo periodo di emergenza Covid, due spiccano su tutte: Velocità e Resilienza.
Se immediato è stato l’impatto della pandemia sul pianeta, altrettanto tempestivi sono infatti stati i singoli governi nell’adottare misure di contrasto al contagio, le aziende a riorganizzare i propri modelli produttivi e processi decisionali, ed ognuno di noi a modificare, spesso in modo radicale, le proprie scelte e abitudini di vita.
La sfida era e resta immensa, le incognite molteplici, le soluzioni sconosciute, ma ad un anno di distanza possiamo affermare che se il pianeta nel suo complesso ha tenuto, è stato grazie all’impiego combinato di velocità e resilienza.
Oggi sappiamo che tutto ciò non finirà con la sconfitta del virus, o meglio, con la sua gestione. Così come è certo che gli imperativi #velocità e #resilienza resteranno tali a lungo, e non parliamo di mesi, forse neppure di anni: il pianeta non è che al debutto di una nuova, imperscrutabile era di profonda #trasformazione e #rinnovamento.
Questi due termini – velocità e resilienza – d’ora in avanti non dovremo soltanto abituarci farli coesistere e interagire armonicamente, ma addirittura a considerarli #prerequisiti per affrontare al meglio la realtà mutata in cui siamo immersi. Inoltre, affinché questa formula funzioni, dovremo riuscire a coniugarli stabilmente, e indissolubilmente, con il concetto di #sostenibilità.
Un binomio inscindibile, dunque, da impiantare su un nuovo sistema valoriale e un nuovo codice comportamentale. Il tutto improntato ad una visione di lungo periodo.
Questo cambio di paradigma è richiesto sia al singolo individuo che alle aziende.
In particolare, queste ultime dovranno preoccuparsi di dare continuità al salto di velocità adottato durante la pandemia; e perché ciò accada dovranno imparare a porre sullo stesso piano, da un lato il raggiungimento dei propri obiettivi economici, e dall’altro la tutela del #capitaleumano attraverso una riorganizzazione massiccia degli ecosistemi di lavoro ed una maggiore attenzione alle esigenze del singolo.
Concetti come #empatia, #equità, #integrazione e #collaborazione diventeranno dei punti fermi per operare in efficienza nel nuovo mondo del lavoro che andrà delineandosi.
E #flessibilità, naturalmente.
Per poter affrontare le sfide future, le aziende dovranno infatti predisporsi a fronteggiare una #selfdisruption prolungata, dove la miglior garanzia di adattabilità ai cambiamenti sarà offerta dalla formula del #lavoroibrido, dalla creazione di nuove professionalità, dall’impiego sempre maggiore di tecnologie digitali e metodologie avanzate, dall’integrazione di tutte queste componenti, e infine dall’ottimizzazione delle stesse grazie all’ #intelligenzaartificiale.
La partita è ancora aperta, e non sarà una sfida facile di certo.
Ma possiamo e dobbiamo vincerla, se capiamo che stavolta giocatori e tifoseria sono una cosa unica, ovvero sempre noi.